Come si calcola la pensione? Una domanda che prima o poi tutti si pongono e che deriva dalla volontà di programma, in una qualche misura, la propria vecchiaia.
Una domanda a cui non è facile rispondere, soprattutto se si considera la complessità delle normative.
Cerchiamo di rispondere in questa guida. Faremo una panoramica dei vari sistemi, presenteremo degli esempi, introdurremo alcuni strumenti per il calcolo e alcuni servizi ad hoc, come il calcolo della pensione proposto da Rimborsiamo.
I sistemi di calcolo della pensione
Il calcolo della pensione è molto complesso, almeno nell’ordinamento italiano. Di fatto, cambia da situazione a situazione. I sistemi, ad ogni modo, sono tre. Ovvero…
- Sistema retributivo. Si basa sull’ultimo stipendio percepito, dunque calcola la pensione in base alla retribuzione media degli ultimi anni di lavoro. È utilizzato principalmente per i lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima del 1996, ed è vantaggioso per chi ha avuto una carriera costante con retribuzioni elevate, almeno a partire dagli ultimi anni di lavoro.
- Sistema contributivo. La pensione dipende dai contributi versati durante la carriera lavorativa, in relazione alla durata e all’importo dei versamenti effettuati. Questo sistema si applica ai lavoratori che sono entrati nel mondo del lavoro dal 1996 in poi, ed è più equo ma anche meno favorevole rispetto al retributivo, soprattutto per i giovani.
- Sistema misto. Combina gli elementi del sistema retributivo e contributivo. È applicato ai lavoratori che hanno iniziato la carriera prima del 1996 ma non hanno maturato tutti i requisiti per il calcolo retributivo. La pensione finale è una media tra i due calcoli.
Come si calcola la pensione con il sistema retributivo
Entriamo ora nel dettaglio dei vari sistemi, riassumendo le metodologie di calcolo. Partiamo dal retributivo.
Il sistema retributivo, come abbiamo detti, calcola la pensione basandosi sulla media delle retribuzioni percepite negli ultimi anni di lavoro. Il sistema ruota attorno all’aliquota di rendimento, che viene moltiplicata alla retribuzione media e agli anni di contribuzione.
La retribuzione media viene definita su un arco temporale specifico, solitamente più breve per i lavoratori dipendenti e più lungo per gli autonomi. L’aliquota di rendimento è una percentuale fissa, generalmente pari al 2% per ogni anno di contribuzione fino a un massimo di 40 anni, che rappresenta il limite per ottenere la pensione completa. L’importo annuo risultante viene suddiviso in dodici mensilità per determinare l’assegno mensile.
La pensione è quindi direttamente proporzionale alla retribuzione percepita e al numero di anni di contribuzione maturati durante la carriera lavorativa.
Come si calcola la pensione con il sistema contributivo
Proseguiamo la nostra disamina con il sistema contributivo. Come già specificato, il sistema contributivo calcola la pensione sulla base dei contributi effettivamente versati dal lavoratore durante la vita lavorativa.
Ogni anno, i contributi vengono accumulati in un montante individuale rivalutato annualmente in base all’andamento del PIL.
Al momento del pensionamento, il montante contributivo viene moltiplicato per un coefficiente di trasformazione, che varia in base all’età del lavoratore al momento del pensionamento. I coefficienti di trasformazione tengono conto della speranza di vita media e sono aggiornati periodicamente.
Più alta è l’età di uscita dal lavoro, maggiore sarà il coefficiente applicato e, quindi, l’importo della pensione. La pensione annuale così determinata viene suddivisa in dodici mensilità, costituendo l’importo mensile spettante al pensionato.
Come si calcola la pensione con il sistema misto
Concludiamo con il sistema misto, che è probabilmente il più complicato. Il sistema misto combina il calcolo retributivo e contributivo per determinare l’importo della pensione.
Per i periodi lavorativi maturati fino al 31 dicembre 1995, si applica il sistema retributivo, basato sulla media delle retribuzioni percepite negli ultimi anni e sull’aliquota di rendimento.
Per i contributi versati dal 1° gennaio 1996 in poi, viene invece adottato il sistema contributivo, calcolando la pensione in base al montante contributivo accumulato e al coefficiente di trasformazione relativo all’età del pensionamento. La somma dei due importi parziali determina l’importo totale della pensione.
Questo sistema si applica ai lavoratori che hanno iniziato la carriera lavorativa prima del 1996 ma che non hanno maturato almeno 18 anni di contribuzione entro quella data.
Strumenti per il calcolo della pensione
Il calcolo è così complesso che farlo a mano è sostanzialmente impossibile. E’ necessario utilizzare alcuni strumenti. Per esempio:
- Il simulatore dell’INPS. Strumento “ufficiale” che fornisce una stima ufficiale della pensione futura, basandosi sui dati contributivi registrati e aggiornati nell’archivio dell’ente. Permette di simulare scenari differenti in base alla data di pensionamento scelta.
- Simulatori privati. Questi strumenti offrono calcoli personalizzati utilizzando dati inseriti manualmente, come stipendio, contributi e prospettive di carriera. Possono includere analisi più dettagliate o confronti tra diversi scenari, ma non sono legati alle banche dati ufficiali, quindi le stime potrebbero variare rispetto a quelle dell’INPS.
- Servizi da hoc. I simulatori sono strumenti automatici e pertanto possono sbagliare. Meglio affidarsi a una consulenza personalizzata. Per esempio, a quella erogata da Rimborsiamo, società che si pone al fianco dei contribuenti e punta a difendere i loro diritti “economici”. Il servizio procede da un’attenta analisi della condizione del lavoratore e dall’analisi di tutti gli elementi che possono impattare sul calcolo della pensione.
I fattori che influenzano l’importo pensionistico
Facciamo dunque il punti su questi fattori, che sono più insidiosi di quanto si possa immaginare.
Anzianità contributiva. Rappresenta il numero totale di anni di contributi versati durante la carriera lavorativa. Maggiore è l’anzianità, più alto sarà l’importo della pensione, poiché influisce direttamente sul montante contributivo (nel sistema contributivo) o sull’aliquota di rendimento (nel sistema retributivo).
Riscatti. Permettono di valorizzare periodi non coperti da contribuzione, come quelli dedicati agli studi universitari o altre interruzioni lavorative. I riscatti, se effettuati, incrementano l’anzianità contributiva e il montante, migliorando l’importo della pensione.
Maggiorazioni. Previste per alcune categorie, come i lavoratori in condizioni di particolare disagio o per invalidità. Le maggiorazioni aumentano gli anni di contribuzione riconosciuti, consentendo di accedere prima alla pensione o di ottenere un assegno più alto.
Contribuzione volontaria. Consente ai lavoratori di integrare i contributi versati con pagamenti volontari, utili per raggiungere i requisiti minimi o per incrementare l’importo della pensione. È una soluzione adottata in caso di interruzioni lavorative o periodi non coperti da contribuzione obbligatoria.
Qualche esempio
Chiudiamo con un paio di esempi che possono aiutare a comprendere l’entità della pensione.
Lavoratore dipendente che ha iniziato la carriera nel 2002 e ha uno stipendio medio di 1600 euro netti al mese e che andrà in pensione nel 2042. A queste condizioni, il lavoratore avrà una pensione mensile stimata di 1.540 euro. Questo calcolo tiene conto di 40 anni di contributi e di un reddito lordo annuo proporzionale.
Lavoratore autonomo (avvocato) che ha iniziato la carriera nel 1998 e che ha un reddito medio di 60000 euro lordi all’anno e che va in pensione nel 2038. A queste condizioni, la pensione mensile stimata è di 3.300 euro. Il calcolo considera il contributo autonomo e il coefficiente di trasformazione.
Lavoratore autonomo (commercialista) che ha iniziato la carriera nel 1977 e che andrà in pensione nel 2026, con un reddito lordo medio di 60000 lordi all’anno, e che va in pensione nel 2026. la pensione mensile stimata è di 4.042,50 euro. Come si può notare, l’importo è alto. Esso è dovuto alla lunga anzianità contributiva e l’alto reddito lordo incidono positivamente sull’importo finale.