Uno dei fattori preponderanti di questo periodo che ha cominciato a fare scalpore sin dagli albori del primo lockdown (ci si riferisce, dunque, a marzo 2020), è stata la cattiva gestione dei contagi e, soprattutto, l’impossibilità da parte del governo di tenere conto delle necessità delle piccole e medie imprese. In questo senso, dunque, fino ad oggi, la situazione non sembrerebbe affatto mutata ed il malcontento generale, sempre presente e pressante, ha cominciato a farsi sentire ancor di più non solo sui social ma anche nelle piazze.
Recenti proteste dei ristoratori
A frotte, giovani, anziani, proprietari d’aziende, bar e ristoranti hanno cominciato a protestare e a far sentire la propria voce in diversi cortei e manifestazioni, per ricordare al governo che la vera forza economica di questo paese è data proprio da loro: instancabili lavoratori d’ogni giorno. Comunque vada, questa pandemia e il Covid-19 si lasceranno alle spalle una sequela di persone che si sentono dimenticate da tutti, incapaci di rendere giustizia a sogni che sono stati frutto d’investimenti, di passione e di cura. I lavoratori si sentono affranti, ognuno richiede la sua parte e, sempre di più, reclamano la propria fetta nel vasto panorama delle necessità e delle esigenze della nazione, del popolo. Ma non sono gli unici. Le vie abbondano di storie di famiglie che stentano ad arrivare a fine mese, di ragazzi che non riescono a portare a casa quel poco che un lavoro dignitoso aveva loro dato: secondo la Coldiretti le richieste di aiuto sono aumentate esponenzialmente tra le diverse famiglie. In tutto questo, giunge anche un nuovo tipo di povertà che è data dalle continue esigenze di cui si fa carico la scuola: quella educativa.
La povertà educativa in Italia: un nuovo problema.
In questo cumulo di informazioni, di problemi e di difficoltà, chi è leso sempre di più sono i ragazzi, i bambini piccoli, specialmente quelli della scuola primaria che, chiusi nelle loro abitazioni, sono spesso costretti a riconsegnare il quaderno alle maestre con la conseguente spola dei genitori. E già solo con questo è inevitabile, poi, che lo sguardo cada anche sulle condizioni degli studenti più in là con gli anni: dalla scuola secondaria di primo grado a quella di secondo grado per poi arrivare alle Università. Se la prima, infatti, ha recentemente aperto i battenti in molte regioni, le università e le superiori si attrezzano con mezzi quali la DaD che minano inevitabilmente il senso di circolazione della cultura come scambio anche tra capitale umano.
La vita è inevitabilmente cambiata durante il Covid, e per quanto il messaggio sia sempre quello di rimanere positivi poiché un nuovo futuro è all’orizzonte, le ferite dell’animo per quanti vivono ogni giorni le difficoltà pandemiche sono sempre presenti. Verso costoro va il pensiero più profondo, sperando che il vaccino porti – specialmente per questi – nuove speranze. Nuove riprese.